Quando abbiamo un immobile da locare è possibile scegliere tra diverse tipologie di contratto ed è importante capire qual è quella più adatta alle nostre esigenze. Per un immobile ad uso abitativo possiamo scegliere tra le seguenti opzioni:

Contratto a canone libero (4 + 4)

Questo contratto è regolato dalla legge 431 del 1998 ed è quello più conosciuto e diffuso. Le caratteristiche principali sono sicuramente la libera scelta del canone, che può essere stabilito dalle parti (o meglio dal locatore) e la durata che non può essere inferiore a 4 anni rinnovabili obbligatoriamente per altri quattro. La durata può in alcuni casi rappresentare un limite per i proprietari: essi possono dare disdetta alla scadenza dei 4 anni solo per alcuni specifici motivi indicati dalla legge. Per quanto riguarda la tassazione il proprietario può optare per la cedolare secca (21%) altrimenti paga l’Irpef sull’85% del canone di locazione.

Contratto a canone concordato (3+2)

Per questo tipo di contratto sono previsti dei limiti minimi e massimi per il canone di locazione. Tali limiti sono determinati mediante accordi territoriali conclusi tra le associazioni rappresentative delle due parti. Di solito il canone risulta inferiore a quello previsto dal mercato ma ci sono altri vantaggi interessanti per il proprietario riguardanti la tassazione: cedolare secca al 10% e riduzione IMU del 25%.

Contratto ad uso transitorio

Questo contratto ha una durata minima di 1 mese e massima di 18 mesi non rinnovabili e inoltre può essere stipulato solo in presenza di determinate esigenze temporanee dell’inquilino o del padrone di casa (es. trasferimento per lavoro, necessità di ristrutturare l’appartamento etc.) che devono essere menzionate esplicitamente nel contratto. Un vantaggio è sicuramente la breve durata: dopo max. 18 mesi si avrà dinuovo la disponibilità del proprio appartamento. Anche i contratti transitori prevedono un regime di tassazione agevolato.

Contratto transitorio per studenti universitari

Questo contratto prevede una durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi e può essere rinnovato. Il canone è prefissato da accordi sindacali e anche in questo caso è prevista una tassazione agevolata (cedolare secca al 10% oppure detrazione Irpef più bassa).

Tutti i contratti d’affitto di durata superiore a 30 giorni vanno registrati presso l’Agenzia delle entrate.

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